sabato 19 novembre 2016

La social entrepreneurship nel settore dei beni culturali: il restauro del Colosseo da parte della Tod's


Il Colosseo

    Con questo post inizia la pubblicazione di un ciclo di indici e bibliografie commentati, in varie materie (giuridiche, economiche, sanitarie, letterarie e altre ancora), che forniranno degli utili esempi e delle fonti di informazione per chi è interessato agli argomenti. Non sono tesi già svolte, ma esempi di come si sviluppano indici e bibliografie e della modalità con cui si costruisce un elaborato.    L'argomento di oggi è di economia ed è:



La social entrepreneurship nel settore dei beni culturali

INDICE


   Il lavoro qui esemplificato si propone di analizzare il tema della filantropia e del mecenatismo di impresa, focalizzando l’attenzione sul caso Tod’s. Il gruppo marchigiano risulta particolarmente attivo sul versante culturale, sociale e umanitario. Il progetto del restauro del Colosseo, preso in esame nella terza sezione dell’indice qui presentato come caso paradigmatico, rappresenta un’esperienza unica in Italia, destinata a ridefinire le strategie di presenza prosociale dei grandi gruppi e a rimodulare le relazioni tra l’Amministrazione pubblica e le aziende nella difesa del patrimonio storico e culturale. Per questo l’esempio è di interesse presente e futuro e si presta a svariate declinazioni.

   Il restauro del  Colosseo   



BIBLIOGRAFIA


   L’analisi qui esemplificata utilizza la documentazione relativa al restauro del Colosseo resa disponibile dall’Amministrazione di Roma e dalla Tod’s. Inoltre si fa riferimento a un ampio materiale giornalistico che, oltre a fornire informazioni sull’iniziativa, riporta le dichiarazioni di Diego della Valle, presidente del gruppo marchigiano. L’Iniziativa della Tod’s si configura, almeno nelle sue linee generali, come una forma di sponsorizzazione culturale. Il valore derivante dall’investimento in cultura da parte del Gruppo va messo in relazione alla sua capacità di creare migliori condizioni operative e di profitto. Per valutare questo risultato, vengono presi in considerazione  il valore dei benefici intangibili e il valore dei benefici tangibili.

   La corporate image 


   Un primo vantaggio derivante dal finanziamento del progetto è legato alla legittimazione sociale dell’impresa. La disponibilità a erogare una somma considerevole (25 milioni di euro) a favore di un bene collettivo concorre, infatti, a promuovere la corporate image e la sua reputazione sociale. Altri tipi di vantaggi saranno quantificabili solo una volta ultimato il restauro del Colosseo e quando verrà messa in atto una strategia di comunicazione dell’impegno complessivo della Tod’s. I tipi di impatto potranno essere duplici: quello sulle vendite e quello sull’organizzazione interna. Sul primo versante è evidente che il prestigio derivante dall’attività mecenatistica potrà avere una ricaduta positiva sull’immagine di marca o di prodotto, incrementando il volume delle vendite. La ricaduta del restauro sulle relazioni interne e sul personale dell’azienda è legata, invece, alla capacità della Tod’s di presentare la sponsorizzazione come un’iniziativa di vertice o come un’azione aziendale condivisa.

  

   Strategie di marketing e giving culturale


   Queste considerazioni evidenziano come non sia possibile considerare l’iniziativa della Tod’s come una semplice scelta di marketing. Il caso del restauro del Colosseo è un esempio di come l’articolazione di una politica culturale e di investimento in cultura (va ricordata anche la partnership di Tod’s con la Scala) sia parte di un percorso strutturato e coerente con la missione aziendale e attesta l’importanza assegnata nelle strategie di marketing e comunicazione del gruppo marchigiano.
   L’esperienza del Colosseo attesta come il giving culturale rappresenti per la Tod’s un vero e proprio ponte tra il mondo dell’arte (espressione di valori del made in Italy artistico) e quello della produzione e del profitto (espressione del made in Italy produttivo). Se da un lato Tod’s è in grado di offrire finanziamenti e creare forme di gestione delle risorse a favore di monumenti e organizzazioni culturali (attraverso la fondazione “Amici del Colosseo”), dall’altro le istituzioni artistiche e culturali possono generare valore pro-sociale grazie a questi investimenti e portare all’interno dell’impresa non solo promozione di immagine, ma anche creatività. 

  Le dichiarazioni di Della Valle: il capitale reputazionale e la country of origin 


   Le  dichiarazioni di Diego Della Valle e la stessa configurazione del progetto permettono, quindi, di qualificare il restauro del Colosseo come un approccio di strategic philanthropy.     Le argomentazioni del presidente della Tod’s sono di ordine generale, ma tengono ben presenti gli interessi del gruppo nella sua proiezione internazionale. Della Valle ha più volte sottolineato come, in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente competitività tra Paesi e tra aree economiche, un’importanza crescente ha assunto il “capitale reputazionale” detenuto da un Paese. La reputazione si fonda sul cosiddetto effetto country of origin, definibile come l’immagine e la credibilità che gli uomini d’affari e i consumatori associano a un Paese e alle sue produzioni. 

   Indice e bibliografia 


   Quanto esposto sinora in sunto si concretizza nello sviluppo di un indice strutturato e ricavato dall'esame dei testi e delle fonti elencati nella bibliografia.

 INDICE 

Tre capitoli sviluppano il tema generale della social   entreprenneurship come leva competitiva, della sua delinazione nel caso italiano della Tod's, ed infine il caso particolare del restauro del Colosseo. 

BIBLIOGRAFIA

Comprende contributi italiani e internazionali , pubblicati in volume e in rivista. Le tematiche trattate sono quelle della responsabilità sociale d'impresa e del corporate gift.

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