mercoledì 7 dicembre 2016

Il Punto. Pillole di scrittura


Il Punto. Pillole di scrittura



   Sull'uso del punto come segno di punteggiatura nel fluire discorso non c'è molto da dire: è il segno interpuntivo fondamentale, che conclude un periodo o anche una singola frase.

     Stile giornalistico


   Ecco, questo forse è un aspetto da sottolineare. A volte il punto scandisce frasi singole, anche molto brevi: I miei problemi non sono solo legati alla difficoltà dell'esame. Sono anche emotivi. A volte le frasi sono addirittura prive il verbo: L'esame è stato rapido. L'interrogazione breve. Meglio così.

   Questo uso telegrafico delle frasi, con il punto che in pratica sostituisce la virgola o i due punti, è proprio dello stile definito 'giornalistico' e raramente viene apprezzato per la stesura della tesi di laurea. Vi diranno quasi certamente che dovete scrivere un saggio e non un articolo. Lasciate perdere, anche se Hemingway è il vostro autore preferito! Di contro, non esagerate usando periodi lunghissimi, con tante dipendenti che facciano perdere il fiato a chi legge e che vi avvicinino allo stile dell'Ulisse di Joyce.

      Abbreviazioni


   Nella stesura della tesi di laurea invece, vi capiterà certamente di utilizzare il punto nelle abbreviazioni. Il primo caso classico è quello della

  abbreviazione per contrazione

 L'Ill.mo Rettore e il Chiar.mo Professore non mancheranno di comparire, almeno sul frontespizio della tesi. Il punto, in questo caso, si colloca tra il gruppo iniziale e il gruppo finale di lettere. Attenzione però: se la contrazione riduce le lettere a due o tre come in  dr.,  che sta per dottore e cfr. per  cioè confronta (da confer che è latino, non inglese: non sbagliatevi!) il punto si pone alla fine, non tra le lettere oggetto di abbreviazione e, addirittura, si può anche abolire del tutto: dr. o dr, cfr. o cfr
   C'è poi la

 abbreviazione per compendio

quando si usano solo le prime lettere della parola abbreviata: dott. per dottore, ecc. per eccetera, pass. per passim, l.cit. per loco citato, pag. per pagina (una) e pagg. per pagine (due o più).
  Infine, c'è la

 abbreviazione per sequenza consonantica

 quando si usa la consonante iniziale di una parola seguita da una o più consonanti. E' il caso di sg. per seguente e sgg. per seguenti, ms. mss.  per manoscritto e manoscritti, ps. per post scriptum.

 Nozioncina importante per un problema che avrà fatto grattare la testa a molti di voi: quando una frase si conclude con un'abbreviazione il punto finale della frase, il punto fermo, non si scrive perché inglobato nel punto abbreviativo:  Esami del secondo anno del corso di Laurea in Giurisprudenza: Diritto amministrativo, Diritto commerciale, Diritto penale, ecc. (e non ecc..)

     Sigle


   Infine il punto si usa nelle sigle: le lettere di una sigla possono, ma non è obbligatorio, essere seguite da un punto: C.C.C.P. ovvero U.R.S.S.; mai lo sono le sigle automobilistiche italiane ed estere. 
   Nelle sigle complesse, in cui si aggiungono lettere per semplificare la lettura della sigla stessa, ad esempio ISMETRAF, Istituto di Medicina del Traffico in punto non va messo, come pure manca in quelle sigle tanto note che il significato delle singole componenti non conta più: quando ancora esisteva FIAT,  Fabbrica Italiana Automobili Torino.

   Il punto si utilizza come segno nella composizione dei puntini di sospensione, ma il senso è diverso e merita un post dedicato, come anche: 

   Due punti
   Punto interrogativo e punto esclamativo
   Puntini di sospensione
   Virgolette
   Trattino
   Parentesi tonde e quadre
   Asterisco e sbarretta


  

   

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